DA LA RUSSA CON “AMORE”. L’Ignazione nazionale – digiamolo! – non è affatto un tipo che ci va giù leggero. A poche ore dalla chiusura delle urne (e “forte” di un 2% conquistato sul campo dai suoi Fratelli d’Italia) ha iniziato a sfottere l’avversario: «Non so come finirà. So che in ogni caso ho una grande e personale soddisfazione: quella di vedere le facce tanto sicure di vincere della sinistra, tornare di quel colore giallo-verdognolo del ’94». Poi si è scagliato beffardamente contro Enrico Letta: «Ve la state facendo addosso?». Quando si dice frecce d’amore…
EXCUSATIO NON PETITA... Stefano Fassina a poche ore dal voto ha sostenuto candidamente: «Le campagne elettorali? Non credo spostino voti ed elettorato». Ah no? E allora perché negli ultimi 40 giorni ci avete asfissiato? Giustificazione in extremis di un flop inaspettato.
LE FATE IGNORANTI. La neo senatrice del MoVimento 5 stelle, Enza Blundo, ospite di Un giorno da Pecora discutendo sulle prime mosse del suo “partito” chiede subito il dimezzamento del numero dei parlamentari. La domanda degli intervistatori la lascia però spiazzata: «Quanti senatori basterebbero?» «Trecento» risponde. «E alla Camera?». «Cinque o seicento». Sarà per questo che Casaleggio ha deciso di farli tornare tutti a scuola?
IL GIANFRANCO FURIOSO. E’ uno dei grandi trombati nella prossima Legislatura. Gianfranco Fini non appena appreso l’indecoroso risultato che ha ottenuto il suo micro-partitino ha dichiarato malignamente: «Per l’Italia il peggio deve ancora venire». Corvaccio del malaugurio? Forse. Lui, intanto, potrà decidere il suo Futuro… in tutta Libertà.
ZELIG CIRCUS. Steinbrück, il probabile successore della Merkel, ha pensato bene di iniziare le stoccate nei confronti dell’Italia. A poche ore dal voto è rimasto inorridito «per il fatto che (in Italia, ndr) abbiano vinto due clown». Moto d’orgoglio nazionale de ‘O Presidente Napolitano che ha mantenuto, come ha sostenuto anche Grillo, la «schiena dritta» nei confronti del tedesco oppressore annullando il loro incontro. Meglio tardi che mai.
DELITTO E CASTIGO. Storace va giù pesante nei confronti dell’ex alleato e collega di partito, ancora per poco Presidente della Camera, rimasto a casa al prossimo giro: «Fini? Muore per il male provocato da sé stesso». Ma anche lui, sconfitto da Zingaretti alla Regione Lazio, è rimasto a bocca asciutta dal momento che La Destra non ha superato lo sbarramento necessario per accedere in Parlamento. E accusa il malaugurio: «Ci ha fermato Grillo… e un po’ di jella». Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.
GAUDIUM MAGNUM. Tra i “festeggiamenti” per la morte politica di Fini, all’ubriacatura di Berlusconi (già annunciata), si aggiunge l’immensa gioia di Emilio Fede: «Fini fuori? Godo: ora vado nudo sul terrazzo». Per la gioia di chi?
INFELICI E CONTENTI. Bersani nel corso della sua prima conferenza stampa nel day after ha iniziato con un tristissimo: «Siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto». Con queste premesse, c’è da chiedersi il perché?
PROPOSTA INDECENTE. Grillo non ha mezzi termini: «Bersani è uno stalker politico: il MoVimento 5 Stelle non darà la fiducia al Pd». Mai dire mai, direbbe qualcuno…
BLU, LE MILLE AUTO BLU. Non ha avuto neppure il tempo di insediarsi alla Pisana, Nicola Zingaretti, che Storace l’ha subito bacchettato affidando la sua richiesta (da cittadino del Lazio, of course) a un tweet: «Via subito le auto blu». Senti chi parla… adesso!
DELIRO D’ONNIPOTENZA. Grillo, che non rilascia interviste alla tv nazionale, lo fa con i quotidiani stranieri. E come ogni italiano che si rispetti (convinto che l’interlocutore straniero sia sordo o ritardato) risponde alle domande della giornalista inglese gesticolando e parlando con un tono di voce di gran lunga superiore al normale. «Bersani e Berlusconi? – ha gridato alla volta della esterrefatta singorina – faranno un accordo inutile. Si andrà alle elezioni e noi cambieremo il mondo». Che si sia montato un po’ la testa?
HABEMUS PAPAM. La Biancofiore, degna Amazzone di San Silvio da Arcore, scivola nel blasfemo: «Silvio? Meglio del Papa: lui non ha mollato». Santo subito?
NON CI RESTA CHE PIANGERE. Emiliano, sindaco di Bari, intervistato a Servizio Pubblico lancia la sua proposta choc: «Grillo premier e Pd che da’ il sostegno esterno». A questo punto, perché non Grillo-Presidente della Repubblica o Grillo-Papa?
V PER VENDUTO. Berlusconi, reo di aver pagato svariati milioni di euro al senatore De Gregorio per affossare il governo Prodi, ha sferrato un ulteriore attacco nei confronti della magistratura. Il suo “povero” senatore è stato vittima delle «barbarie dei Pm». Lui è stato solo «costretto a mentire», e non c’è stata alcuna comprevendita, alcun voto di scambio. «I pm – ha sostenuto Silvio – hanno chiesto al signor De Gregorio “o ci dici qualcosa su Berlusconi oppure ti mettiamo in galera”». E poi non si chiama più mercato delle vacche: si dice scouting.