di Giuseppe Tetto
Galleggia ancora in alto mare (agitato) la seconda rata dell’ Imu. Non è servita neanche la riunione di oggi del Consiglio dei ministri per affondare definitivamente l’ultima parte dell’odiata tassa sulla prima casa. Tutto rinviato alla seduta di martedì prossimo, quando nell’intenzione del ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, spalleggiata dai ministri del Nuovo centrodestra,dovrebbero saltar fuori il resto delle coperture mancanti.
A gettare acqua sul fuoco ci pensa lo stesso Letta, che si dice certo che la seconda rata Imu non sarà pagata dai cittadini: «Il rinvio del via libera dei due decreti (Imu e quote Bankitalia ndr) è esclusivamente dovuto ad un fatto formale, perché i due provvedimenti devono andare in parallelo».
Ma andiamo a vedere i numeri. Parliamo di 400 milioni di euro per esentare dal pagamento i terreni agricoli e di 500 milioni per assicurare ai Comuni il gettito atteso per il 2013. L’anno scorso, infatti, dall’Imu sulla prima casa e su terreni e fabbricati agricoli, a dicembre entrarono 2,4 miliardi di euro. Ma nel 2013, 600 Comuni hanno aumentato l’aliquota base del 4 per mille, portandola in molti casi al 6 per mille, con una differenza rispetto al 2012 che ammonta appunto a circa mezzo miliardo di euro.
La questione è da sempre spinosa del resto; senza pensare che per trovare le coperture necessarie c’è persino il rischio di far scattare la temutissima «clausola» di salvaguardia che imporrebbe un aumento automatico delle accise sui carburanti.
Da parte loro i Comuni non vogliono sentire storie: servono le risorse. Lo dimostra anche l’urgenza con cui mercoledì scorso è stato organizzato l’incontro fra una delegazione dell’Anci, guidata dal presidente Piero Fassino, e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. «Chiediamo – ha spiegato Fassino – che sia erogata tempestivamente la seconda rata dell’Imu coprendo il gettito che era previsto per il 2013. Quindi non soltanto la seconda rata 2012 ma tenendo conto anche delle aliquote già adeguate da un certo numero di Comuni».
Intanto, è di ieri il monito della Coldiretti sulle conseguenze di un possibile dietrofront da parte del governo, che non solo metterebbe «a rischio la credibilità delle istituzioni» ma andrebbe anche a minare «i fattori di produzioni» delle imprese. Giù pesante anche Federcasa contraria a introdurre l’Imu sugli alloggi ex Iacp: a seguito del decreto-legge Salva Italia il patrimonio di edilizia residenziale pubblica gestito dagli ex Iacp risulta essere soggetto all’aliquota Imu ordinaria (abitazione secondaria) mentre il precedente regime Ici equiparava in toto tale patrimonio all’abitazione principale e quindi consentiva la totale esenzione».